L'ANAMNESI NELLA VALUTAZIONE OSTEOPATICA
Il primo passo della consultazione dall'osteopata è la storia clinica. Una cosa che passa in osservato è il fatto che l'osteopata osserva già il paziente in sala d'attesa: la sua postura quando è seduto e quando cammina per esempio. Questo permette già di fornire elementi che permettono al professionista di avere un’idea sul motivo del consulto e su eventuali problematiche articolari e di mobilità. Poi le domande…
Domande mirate e non casuali che permettono al paziente di esprimere le sue problematiche. Queste sono sempre controllate dall'osteopata, che approfondirà:
insorgenza del dolore;
localizzazione del dolore;
evoluzione del dolore;
tipologia di dolore;
tempistica del dolore;
fattori che riducono o aumentano il dolore;
eventuali sintomi associati.
Al paziente viene chiesto in prima visita di portare con sé referti medici (esami del sangue, radiografie, risonanze, tac, etc.). L’osteopata chiederà di vedere i referti in quanto possono talvolta fornire informazioni preziose per la valutazione e il trattamento. Tutto ciò consentirà di individuare il problema. La fase, che ritengo fondamentale, è la seconda dell’anamnesi, quella in cui l’osteopata cerca di mettere in relazione, sempre con domande precise, le varie zone del corpo con quella del dolore. Verranno chiesti eventuali traumi e/o interventi chirurgici, problematiche viscerali che possano riferire dolore nella zona sintomatologica ed eventuali utilizzi di apparecchi e/o plantari. Questa seconda parte è molto differente rispetto alle visite alle quali siamo abituati (una visita per esempio di un medico tradizionale) ed ha lo scopo di identificare tutti i sintomi aggiuntivi che non sono direttamente collegati alla ragione del consulto.
Ottenute tutte queste informazioni a livello dei sistemi muscolo-scheletrico, viscerale, fasciale e craniale l'osteopata è pronto a partire con la seconda fase di valutazione: la fase dei test...